La cura delle parole
LABORATORIO TEATRALE AL POLICLINICO SANT'ORSOLA DI BOLOGNA
laboratorio multidisciplinare rivolto a pazienti, personale e familiari, condotto da Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni presso l’Unità di Ginecologia Oncologica del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna
a cura di Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti
con la collaborazione e partecipazione della dott.ssa Lucia Polpatelli, medico psiconcologo
docenti coinvolti nel corso degli anni:
Patrizio Barontini, musicista e compositore
Luca Ciriegi, musicista e musicoterapeuta
Carolina Giudice, coreografa
Silvia Cadonici, studiosa
Anna Maria Farabbi, poeta e scrittrice
Elisabetta Mascitelli, studiosa e coreografa
Margherita Scarano studiosa e terapeuta
un ringraziamento al dott. Pierandrea De Iaco – chirurgo, oncologo, Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna
foto di copertina Antonello Degli Esposti
un progetto sostenuto da
Fondazione Policlinico Sant’Orsola
Fondazione Carisbo
nell’ambito di Patto per la lettura Bologna
LE CURA DELLE PAROLE: PRENDERSI CURA E FARSI CURARE
Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti di archiviozeta conducono il laboratorio teatrale LA CURA DELLE PAROLE presso il Policlinico Sant’Orsola cdi Bologna a partire dal 2014 con incontri di due ore ciascuno, a cadenza settimanale. Gli incontri si tengono solitamente presso la Palestra di Ginecologia o l’Aula Sfameni del padiglione 4.
Il laboratorio è rivolto a pazienti in cura o ex pazienti dell’Unità di Ginecologia Oncologica e a tutti coloro che frequentano gli ambienti del Policlinico: pazienti, studenti, parenti, medici, infermieri.
Le persone che frequentano più assiduamente sono circa 15, compatibilmente con le cure e le necessità cliniche. Sono coinvolti non solo pazienti ma anche alcuni familiari.
Questo non è un comune laboratorio teatrale ma un delicato lavoro di ricerca che da diversi anni il laboratorio sta sperimentando al Policlinico Sant’Orsola, con la supervisione della psiconcologa Lucia Polpatelli e con medici, pazienti, personale e familiari di Ginecologia Oncologica.
Vita e morte, trasformazione e rinascita, materia e vuoto: queste parole formano una costellazione poetica che coniuga un attento lavoro sul corpo e una estrema cura sulla parola.
Nel corso del 2014/2015 abbiamo lavorato su versi dal De rerum natura di Lucrezio con una prova aperta finale inititolata Luce sulle cose; nel 2015/2016 sulle poesie di Claudio Damiani; nel 2016/2017 sul testo mai rappresentato Ninfale di Claudio Damiani e sui Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese; nel 2017/2018 sull’opera poetica di Wisława Szymborska.
La postura delle vocali, il titolo dell’esito presentato al pubblico nel 2019, è tratto da un verso di Anna Maria Farabbi poeta umbra dalla quale abbiamo tratto ispirazione per lavorare anche nel 2020: le sue poesie sono diventate la materia fosforica del laboratorio teatrale, un concentrato canto che ci dispone esistenzialmente e politicamente in viaggio tra l’io profondo e il noi e apre ad una spirale di riflessioni sulla disobbedienza alla malattia. Anna Maria è stata invitata a Bologna a seguire il laboratorio da vicino e ha partecipato in modo attivo alla prosecuzione del lavoro durante il 2020 che ha visto la maggior parte degli incontri online attraverso una piattaforma. La sua presenza è stata uno dei momenti più emozionanti del percorso.
Nel corso del 2020/2021, nel periodo più pesante del Covid, il laboratorio si è regolarmente svolto online per un anno. Abbiamo costruito un percorso ad hoc in collaborazione con gli altri docenti e la psiconcologa in modo da non lasciare sole le persone coinvolte che anzi, potendo connettersi dalla propria abitazione, hanno potuto seguire il lavoro durante le terapie con ancora maggiore assiduità. Hanno seguito il lavoro anche due studentesse dell’Università di Bologna, in particolare con grande assiduità, la dott.ssa Silvia Cadonici, laureata in Lettere presso l’Università di Bologna, tutor di Letteratura nella scuola di scrittura Bottega Finzioni, laureanda in Italianistica, si interessa di letteratura e medical humanities, in particolare del ruolo delle narrazioni nei processi di cura.
Nel 2021/2022 abbiamo ripreso finalmente a vederci in presenza, lavorando sulle Fiabe italiane di Italo Calvino. Ogni partecipante si è fatto racconto vivente della storia scelta. L’esito finale è stato lo spettacolo itinerante negli spazi dell’ospedale Fiabe in ascolto.
Nel 2022/2023 abbiamo proseguito il lavoro su Italo Calvino, in occasione del centenario della nascita, ispirandoci a Le città invisibili e costruendo una drammaturgia che abbiamo chiamato Le città sensibili.
Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni
PRATICHE COMPLEMENTARI
La diagnosi di una malattia oncologica rappresenta sempre, per il paziente e la sua famiglia, ma anche per i terapeuti, una prova esistenziale durissima e destabilizzante, che riguarda tutti gli aspetti della vita: relazioni familiari, sociali, professionali, rapporto con il proprio corpo, significati di vita, sofferenza, morte. È in questa prospettiva che la valutazione delle dimensioni psicologiche e sociali rappresenta pertanto un elemento costitutivo del trattamento del paziente oncologico.
Occuparsi anche delle implicazioni psicologiche del cancro non significa banalmente “umanizzare” la medicina: significa soprattutto adottare un approccio multidisciplinare alla malattia, dando spazio all’idea che il paziente si adatta e risponde meglio alle terapie se ci si fa carico anche del suo benessere psichico. Le terapie complementari in oncologia possono, in quest’ottica, divenire un aiuto/risorsa avendo come obiettivo il “prendersi cura” della persona, cooperando e accostandosi alla medicina convenzionale, conquistando evidenze scientifiche di efficacia ed offrendo uno spazio dove la fatica e la sofferenza della malattia possano essere comunicate e rielaborate. Sempre più oggi si può parlare di “medicina integrata”, in cui si prospetta un cammino comune multidisciplinare che miri anzitutto a dare priorità alla dignità della persona sofferente . Una nuova cultura quindi, una nuova visione della salute orientata soprattutto verso la qualità della vita. Ed è così che sono nati i percorsi offerti ai pazienti oncologici del Policlinico S.Orsola-Malpighi: musicoterapia, danza movimento terapia, meditazione, scrittura, laboratorio teatrale. Nel laboratorio teatrale, nel percorso di musicoterapia e danza movimento terapia l’uso del corpo è arrivato a condensare la vita di relazione, l’emotività e gli affetti. Le emozioni nascono nel corpo e dal corpo, mentre i sentimenti dipendono da e richiedono l’elaborazione mentale. E in questa avventura ascoltare il corpo divenuto teatro dell’anima è diventato anche ascoltare l’anima. Entrando nello spazio del laboratorio teatrale è stato come se le pazienti varcassero quasi una soglia “del tempio”, lasciando le scarpe fuori, muovendo il corpo secondo traiettorie diverse dai movimenti stereotipati del quotidiano e della malattia. È stato come accedere ad uno spazio dove la mente inizia a “sentire” e il cuore a pensare. È quindi in quest’ottica di contaminazione interdisciplinare che all’interno del Policlinico sono in atto progetti di ricerca che forniscano evidenze scientifiche sull’utilità delle pratiche terapeutiche complementari, in collaborazione con il prof. Pierandrea De Iaco direttore dell’Unità di Ginecologia Oncologica del Policlinico S.Orsola-Malpighi e il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna.
Lucia Polpatelli, medico psiconcologo presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna