Tra Sofocle e il Mediterraneo C’è l’Antigone di Archivio Zeta, Villa Aldini rinasce con il teatro

Massimo Marino | 23/07/2020 | Corriere di Bologna

Villa Aldini è un luogo da cui si domina la città. Fatta costruire da Antonio Aldini dopo che Napoleone da lì era stato conquistato dal panorama, fu definita da Stendhal un tempio neoclassico, con il suo frontone con timpano e colonnato, e fu usata da Pasolini per girare «Salò o le 120 giornate di Sodoma». Poi fu abbandonata al suo destino e oggi è inutilizzata, se
non per una costruzione adiacente trasformata in luogo di accoglienza per richiedenti asilo e per la sua parte terrena, adoperata da una cooperativa che si occupa di minori non accompagnati.Qui Archivio Zeta già nel 2016 aveva ambientato uno degli episodi del suo «Pilade» da Pasolini. Ora questo luogo è stato destinato alla compagnia sfrattata dal Cimitero militare germanico della Futa. Enrica Sangiovanni, Gianluca Guidotti e compagni stavano preparando la seconda parte di «Pro e contra Dostoevskij», che avrebbe dovuto svolgersi in modo itinerante, come tutti i loro spettacoli estivi da 18 anni a questa parte, nella collina sacrario situata tra Emilia e Toscana, luogo di pace per più di 30mila militari tedeschi, sito di memoria.
Dopo la fine dell’emergenza sanitaria, la doccia fredda: l’ente proprietario quest’anno non ha concesso il permesso, per precauzione. È iniziata allora la corsa a capire come rimediare: l’ensemble teatrale in larga parte vive grazie ai biglietti venduti. I suoi spettacoli d’agosto sono disegnati sul luogo e non è facile riambientarli. Dopo aver esaminato varie possibilità, alla fine, grazie alla collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune e anche della Regione, è stato ripescato un progetto per l’Estate Bolognese, da realizzarsi in giugno e saltato sempre a causa dell’emergenza: quello di riprendere a villa Aldini «Antigone. Nacht und Nebel», presentato alla Futa nel 2018.
«Non sarà uno spettacolo itinerante» precisa Sangiovanni. «Non possiamo, un po’ per le norme del distanziamento, un po’ perché è uno spazio difficile. Saremo nel pratone davanti alla villa». Lo spettacolo del 2018 si serbava fedele al testo di Sofocle nelle prime stazioni per divergere nella parte finale, facendo di Antigone, ribelle all’autorità per seppellire il fratello ucciso in combattimento, l’emblema dei morti senza nome nel Mediterraneo, evocati da versi efficacissimi della giovane poetessa bolognese Angela Tognolini, che nella parte finale si sovrapponevano alle parole di Sofocle.«La villa è un luogo – riflette Enrica Sangiovanni – in cui sarebbe bello poter lavorare in modo stabile, restituendolo alla città». Lo spettacolo va in scena dall’1 al 15 agosto alle 18.30; prenotazioni e pagamenti solo online: www.archiviozeta.eu.
Massimo Marino

La vicenda
Archivio Zeta ha deciso di riprendere a villa Aldini con «Antigone. Nacht und Nebel» presentato alla Futa nel 2018.

Il testo fedele a Sofocle nelle prime stazioni per divergere nella parte finale, facendo di Antigone, ribelle all’autorità per seppellire il fratello ucciso in combattimento , l’emblema dei morti senza nome nel Mare Mediterraneo, evocati da versi efficacissimi della giovane poetessa bolognese Angela Tognolini.

Lo spettacolo va in scena dall’1 al 15 agosto alle 18.30; prenotazioni e pagamenti solo online: www.archivioz eta.eu

Nuova sede
A Villa Aldini è stata destinata la compagnia Archivio Zeta: era stata sfrattata
dal Cimitero militare germanico della Futa.
Lì Enrica Sangiovanni, Gianluca Guidotti e compagni stavano preparando la seconda parte di «Pro e contra Dostoevskij»