“Incompiuto” il lavoro di Archivio Zeta è ora un libro

Massimo Marino | 20/08/2016 | Corriere delle Sera Bologna

Il volume ripercorre con saggi critici e fotografie il lungo progetto della compagnia sul «Pilade» di Pasolini

La vicenda

Nel 2015 Archivio Zeta mette mano al testo dello scrittore, scegliendo di non rappresentarlo integralmente. Lo spezza in quattro episodi che vengono ambientati in diversi luoghi, da Monte Sole a Volterra e sulla Futa

In copertina alcuni palazzi appena costruiti e altri in costruzione. Un cumulo di macerie, un muro spezzato, una sedia vuota e un leggio io primo plano. Siamo dalle parti del vecchio mercato ortofrutticolo di via Fioravanti, non distante da Liber Paradisus. La nuova città, la nuova Bologna, ancora da farsi, che deve disfarsi del passato ma mai del tutto. Questa immagine esemplifica il lavoro sul Pifade di Pasolini, raccontato in un libro di Archivio Zeta, pubblicato in collaborazione con Fratelli Lega Editori di Faenza.

Si intitola Incompiuto Pilade/Pasolini e ripercorre con saggi critici e  fotografie il lavoro lungo un anno che la compagnia ha svolto tra l’Emilia e la Toscana. Nel 2015 Archivio Zeta mette mano al testo dello scrittore, scegliendo di non rappresentarlo integralmente. Lo spezza in quattro episodi che vengono ambientati a Monte Sole, tra le memorie dello sterminio e delia resistenza partigiana: a Volterra, in una fabbrica di sale con la partecipazione di operai di un’altra azienda minacciata di ristrutturazione; al Cimitero militare germanico delia Futa e a villa Aldini, monumento neoclassico su Bologna, ora sede di un centro di accoglienza per migranti. In ogni luogo Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni trovano una risonanza con un momento del testo pasoliniano, che parla del trionfo di Atena sulle vecchie Furie, deità arcaiche feroci e dell’instaurazione di un nuovo ordine per la citià di Argo, basata sugli scambi, la democrazia, il consumo.

Con ombre e venti di rivolta che ben presto iniziano a soffiare, con le nuove dee, le Eumenidi, le benevole, che tornano Furie. Pasolini interpretava l’Italia del dopo fascismo, dalla ricostruzione al boom e al neocapitalismo.

Archivio Zeta ne fa una riflessione sulia democrazia, sul potere e le sue capacità di trasformazione, sulla rivolta e sul dubbio, distendendo le parole del poeta in vari luoghi e ricostruendo alla fine uno spettacolo unitario, a stazioni, a Bologna l’1 novembre 2015. Per non disperdere li lavoro, i pensieri, i rapporti con i luoghi, ora nasce questo libro.

Finanziato con un crowdfunding, ha trovato poi un editore innamorato del progetto. Lo ha curato Rossella Menna, che scrìve un’introduzione che fa bene entrare nel percorso. Notevole è la sezione fotografica, con scatti di forte suggestione di Franco Guanlascione. Guido Mencari. Stefano Vaja, Federica Tocì e di molti altri, professionisti o no, che si sono appassionati a questo viaggio e hanno regalato i loro scatti alla pubblicazione.

Massimo Marino